Quando si va a parlare in senso stretto degli utensili di cui si ha bisogno per la saldatura a resistenza, dobbiamo fare riferimento agli elettrodi. In un senso più ampio però, sono da intendersi come componenti fondamentali per la saldatura anche i portaelettrodi ed i portapezzo. Soprattutto nel caso della saldatura a resistenza, sono infatti necessari precisi dispositivi di posizionamento del pezzo se si vuole ottenere una lavorazione completamente uniforme e senza alcun difetto. I portapezzo rappresentano l’elemento chiave per garantire il posizionamento esatto dei punti che si andranno a saldare.
Se si vogliono ottenere elettrodi semplici ed economici da realizzare, il posizionamento non dovrebbe essere effettuate con elettrodi dalla forma complessa ma con sagome ricavate da metalli che non siano magnetizzabili, capaci di assicurare una elevata resistenza all’usura nel corso del tempo e una estrema facilità di lavorazione.
L’importanza di un posizionamento accurato
Un aspetto di cui preoccuparsi è che gli elettrodi e la struttura di supporto non consentano derivazioni di corrente: eventuali presenze di correnti vaganti devono essere evitate, prevedendo appositi elementi di isolamento per ovviare a questo scenario. I necessari bloccaggi e sbloccaggi possono attraverso comandi meccanici, pneumatici o idraulici in base alle fasi di lavoro della saldatrice.
Se è vero che uno dei vantaggi più tangibili della saldatura a resistenza è quello di poter fare a meno di materiali d’apporto, è altresì vero che talvolta il procedimento può essere nettamente migliorato grazie al loro contributo. E’ il caso, ad esempio, della lavorazione di alcune combinazioni di materiali per cui si rende necessario lavorare in atmosfera di gas protettivi. Inoltre, anche alcuni elementi usati per rivestimenti di superficie come lo zinco o lo stagno possono essere considerati come veri materiali d’apporto, in quanto rendono la saldatura più uniforme e garantiscono una maggiore tenuta meccanica.